sabato, dicembre 02, 2006

Google, YouTube e la censura


E' di questi giorni la notizia del video pubblicato su YouTube (recentemente acquistato da Google) del giovane disabile vessato da un gruppo di minorenni. I minori hanno filmato la scena e l'hanno pubblicata su YouTube. Il video è stato visto da moltissime persone ed alla fine è scoppiato il caso. E' inutile discutere sulla disgustosa vicenda - che va sicuramente condannata - ma forse è il caso di parlare delle pericolose reazioni che tale video ha scatenato. Infatti due responsabili della divisione italiana di Google sono finiti sotto inchiesta. Il ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni (Margherita) ha invocato nuove norme per 'regolamentare' l'accesso alla rete. Ecco, ci risiamo: ritornano alla ribalta i censori italiani. Sono passati quasi 10 anni da quando Internet iniziava ad essere conosciuta in Italia (in realtà la Rete esiste da più di 30 anni) e i primi censori italiani - che ancora non avevano ben chiaro cosa fosse Internet - iniziavano a blaterare riguardo impellenti ed improcrastinabili regole in merito all'accesso alla rete. Già, allora la rete veniva identificata da politici e giornalisti come un covo di pornografi e di pedofili. L'ignoranza regnava sovrana allora, in quanto di tutta la rete si conosceva a malapena l'allora neonato WWW che, rammento, è solo UNO dei vari servizi che sono presenti su Internet. Internet infatti è una rete mondiale che permette di veicolare al suo interno una moltitudine di servizi come IRC, come i Newsgroup, come Telnet, FTP e molti altri. Dopo 10 anni credevo che finalmente fosse abbastanza chiaro per tutti di cosa si parla quando si pronuncia la parola Internet. Beh, forse mi sbagliavo: esistono ancora persone che aspirano ad una regolamentazione dell'accesso alla Rete. Internet è anarchico per natura. Non è possibile regolamentarlo. Certo, la censura è sempre possibile, basti pensare alla Cina o all'Iran, ma di certo la censura è un bavaglio che non deve essere assolutamente presente nei paesi liberali e democratici. Ma torniamo al caso Google: è assurdo ritenere responsabile dei contenuti un motore di ricerca! Certi atteggiamenti li troviamo solo - ripeto - in paesi come la Cina, dove sono in vigore norme in materia di censura per nulla auspicabili qui da noi. Google qui fa il suo lavoro (tra l'altro anche bene): scandaglia la rete e mostra i contenuti trovati a chiunque effettui delle ricerche mirate. Come si può ritenerlo responsabile di quanto trova in rete? Infine occorre anche dire che Google, dal canto suo, ha prontamente rimosso il video in questione. Del resto è già presente una direttiva europea (la 2000/31/CE) dove viene espressamente dichiarato che non esiste un obbligo di sorveglianza preventivo in merito ai contenuti a carico del fornitore di servizi Internet. La direttiva 2000/31/CE è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 70/2003: il ministro Fioroni se ne è forse dimenticato? Una cosa vorrei dire al ministro dell'istruzione: si occupi delle condizioni scandalose nelle quali versa la scuola italiana invece di occuparsi di Internet! I genitori e gli educatori dove sono finiti? Se alcuni minori filmano delle scene riprovevoli e poi le pubblicano è colpa di un motore di ricerca o degli insegnanti e dei genitori che latitano? Vogliamo parlare dei video porno creati sempre da minori e fatti circolare mediante i cellulari? E' forse colpa dei telefonini se accadono tali fatti? Su questi fatti si è pronunciata anche ALCEI (una libera associazione di cittadini per la salvaguardia della libertà di opinione in Rete) che sin dal 1996 denuncia la strumentalizzazione di un tema scottante come la protezione dei minori per fini di mera propaganda politica ed infimi interessi.