sabato, luglio 29, 2006

Indulto si o indulto no?


Non appena si apprende la notizia dell'approvazione da parte della Camera del recente disegno di legge riguardante l'indulto, si prova immediatamente sconcerto e stupore. Lo sgomento credo assalga in particolare chi - come il sottoscritto - ha votato a favore dell'attuale Governo. La sensazione immediata è la stessa che prova colui che scopre di essere stato profondamente tradito da una persona della quale si fidava ciecamente.
Superata questa fase iniziale, cominciano ad affiorare i primi dubbi: possibile che l'intera coalizione di Governo ci abbia tradito così spudoratamente? Esistono forse fatti dei quali non sono a conoscenza? La ricerca di ulteriori informazioni al riguardo, si rende assolutamente necessaria. Inutile dire che cercare tali informazioni dalle fonti preposte allo scopo (i giornali) risulta insufficiente. I giornalisti pare si limitino a ripetere pedissequamente (chi più chi meno ovviamente) i dispacci di agenzie di stampa come Ansa e AdnKronos. Ma, un momento...certo, esiste la Rete! Una rapida ricerca mi ha fornito le informazioni che cercavo. Vediamo cosa ho trovato.
La costituzione - la legge fondamentale dello stato italiano - è entrata in vigore il primo gennaio del 1948. L'indulto, la grazia e l'amnistia sono istituzioni previste dalla nostra costituzione (cfr. Costituzione). Le differenze sostanziali sono:


  • Grazia: viene concessa ad un solo individuo dal Presidente della Repubblica
  • Amnistia e Indulto: vengono concessi dietro delibera di 2/3 del Parlamento
  • Amnistia: estingue il reato
  • Indulto: non estingue il reato. Condona in tutto o in parte una pena o la converte in altra pena


Tali istituzioni furono concepite per salvaguardare alcuni principi liberali e democratici, basti pensare alla prima amnistia concessa dal Governo italiano nel 1946 per i reati politici: ne beneficiarono 11.800 detenuti politici. Successivamente vennero concesse 19 amnistie dal 1946 al 1986. In media una amnistia ogni due anni e un mese. Le ultime vennero concesse con i provvedimenti del 1990 e 1991 che permisero la scarcerazione di 12.237 detenuti. Tali amnistie tamponarono l'annoso problema dell'emergenza carceraria. Problema che recentemente si è inasprito anche grazie alle scelte effettuate dal precedente Governo. Vediamo tali scelte:


  • la legge sull'immigrazione Bossi-Fini. Nel 2005 le ipotesi di reato introdotte da tale legge hanno provocato 13.654 ingressi in carcere. Di queste, per 11.519 è stata contestata la violazione delle disposizioni sull'espulsione (persone che sono in carcere unicamente in quanto non in regola con il permesso di soggiorno)
  • la legge sulla tossicodipendenza Fini-Giovanardi che ha introdotto le soglie minime sul possesso illecito di stupefacenti. Il superamento di tali soglie comporta la possibilità di arresto anche in presenza di situazioni che in realtà non necessitano di custodia carceraria
  • la legge ex Cirielli (da un lato riduce i tempi di prescrizione per alcuni reati e dall'altro aumenta le pene per i recidivi)


Ma perché restituire alla libertà quei soggetti che hanno commesso dei reati per i quali è espressamente prevista la detenzione? Non è un controsenso ciò? Non si tiene in considerazione alcuna il dolore delle vittime di tali reati? Questo è il dubbio che maggiormente assale chiunque. Ecco perché si rende necessario scoprire quali soggetti beneficeranno di questo indulto. La rete ci viene ancora in aiuto mostrandoci i dati forniti dal DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria). Secondo tali dati attualmente sono reclusi 59.523 detenuti nelle
207 carceri italiane. Le strutture carcerarie attuali possono contenere al massimo 43 mila detenuti. Ciò significa che circa 20.000 detenuti sono in eccesso rispetto al numero di posti attualmente disponibili.
Di questi 59.523, 19.836 sono extracomunitari (33%), 16.185 sono tossicodipendenti (27%) e 11.800 (19,83%) sono soggetti affetti da disturbi mentali e patologie del sistema nervoso. Sono 600 i soggetti detenuti per reati di mafia e 7.000 quelli detenuti per omicidi e grandi reati. Occorre infine ricordare che dei 59.523 detenuti, circa il 55% sono definitivi mentre il 45% sono persone in attesa di giudizio (presumibilmente innocenti fino a prova contraria secondo il nostro ordinamento).
L'indulto che si vuole concedere, non riguarda reati come quelli di mafia, terrorismo, banda armata, strage, pedofilia, sequestro di persona, usura. Il testo completo è reperibile presso il sito della Camera dei Deputati:
Disegno di legge.
Ora le idee sono più chiare: conosciamo meglio il problema. Veniamo quindi alle possibili soluzioni. La tesi più sostenuta è la seguente: se il problema è il sovraffollamento, perché non utilizzare le carceri vuote che già esistono e non costruirne di nuove? Semplicemente perché le nuove carceri possono contenere una minima parte della popolazione carceraria in eccesso. Inoltre la costruzione di nuovi istituti di pena richiede anni. Infine, nuovi istituti di pena sono già previsti.
Quindi non è questa la soluzione. Senza dimenticare i costi relativi sia alla costruzione dei nuovi istituti e sia alla retribuzione del nuovo personale che si rende necessario. Per capire l'esatta dimensione del problema, basta pensare che le 4 nuove carceri di Tempio Pausania, Cagliari, Oristano e Sassari permetteranno di ottenere 1.400 nuovi posti, a fronte di un investimento di circa 160 milioni di euro. Questi 1.400 posti non sono certo la soluzione ai circa 20.000 detenuti in eccesso. A partire dall'ultimo provvedimento di amnistia ed indulto del 1990, la popolazione carceraria ha avuto una crescita numerica costante:


  • 1990 - 29.113 reclusi
  • 1991 - 35.485 reclusi
  • 1998 - 47.811 reclusi
  • 1999 - 51.814 reclusi
  • 2000 - 53.165 reclusi
  • 2001 - 55.272 reclusi
  • 2003 - 56.250 reclusi
  • Oggi - 59.523 reclusi


Confrontando tali dati con quelli degli altri paesi si rileva che il sovraffollamento risulta più grave solo in Grecia, Ungheria, Cipro e Romania. Questi numeri dimostrano come la realizzazione di nuovi istituti di pena non sia la soluzione definitiva al problema. Ma allora, sono possibili delle misure alternative? Si, è possibile l'affidamento in prova al servizio sociale, la semilibertà, gli arresti domiciliari e la libertà vigilata. Nel 2001 ci sono stati 14.454 casi di affidamento in prova al servizio sociale, 1.835 casi di semilibertà, 7.476 casi di detenzione domiciliare e 873 casi di libertà vigilata. Altre strade percorribili sono la depenalizzazione dei reati minori e la riduzione delle persone detenute in attesa di giudizio. Alla luce di queste informazioni, mi sento meno tradito da chi ho votato. Ad ogni modo non si può ignorare la bocciatura dell'emendamento presentato da Antonio Di Pietro per escludere dall'indulto il reato di voto di scambio (art. 416 ter C.P.). La sostanza della faccenda si può sintetizzare in questi termini: l'indulto si rende necessario per evitare di violare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (proclamata il 10 dicembre 1948 dall'Assemblea delle Nazioni Unite); l'indulto può essere concesso esclusivamente dietro delibera di 2/3 del Parlamento (quindi occorre 'accordarsi' con l'opposizione); l'indulto non può essere concesso mediante referendum. Se si vuole essere più netti: l'Italia attualmente viola la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, quindi si rende necessario un provvedimento d'urgenza. Accettando gli emendamenti proposti, non si raggiungerebbe l'accordo dei 2/3 del Parlamento e non sarebbe possibile approvare questo provvedimento di urgenza. Ora che è finalmente chiaro ciò che sta accadendo, è inevitabile fare un'ultima riflessione: questo 'accordo' con l'opposizione sarà il primo di una lunga serie? Si creerà un precedente? A quanti altri 'compromessi' dovrà scendere l'attuale Governo? In Italia è sempre così: tra i vari mali occorre scegliere quello minore (che tradotto significa: votare una sinistra che convince pochissimo per evitare il male peggiore di una destra che non convince affatto).
Qualcosa non funziona come dovrebbe a mio avviso...

mercoledì, luglio 26, 2006

Lobby agguerrite


I farmacisti sono nuovamente in agitazione contro il decreto Bersani. Secondo Federfarma sono stati 4500 i 'camici bianchi' che hanno manifestato a Roma. Lo sciopero ha coinvolto il 95% delle farmacie. Un'adesione quasi totale. Ma non e' tutto: l'assemblea di Federfarma ha proclamato un ulteriore sciopero a partire da venerdì 28. La serrata sarà ad oltranza fino alla conversione in legge del decreto Bersani. Sul sito Federfarmaroma è presente un volantino che 'spiega' ai cittadini due punti fondamentali: il farmaco non è un prodotto di largo consumo ed il farmacista non è un semplice commesso. Ora, va bene che nel nostro paese la demagogia sia un'arte abbondantemente praticata, ma tutto ha un limite! Infatti - non è mai eccessivo sottolinearlo - il decreto Bersani riguarda esclusivamente i prodotti da banco, cioe' tutti quei prodotti che vengono venduti nelle farmacie senza ricetta medica. A mio avviso il decreto Bersani potrebbe apportare solo dei giovamenti: liberalizzazione del mercato da un lato e - come conseguenza - una probabile flessione dei prezzi dall'altro. E' incredibile quante corporazioni e lobby agguerrite esistano in Italia: dai tassisti ai farmacisti, dai notai agli avvocati...e non stiamo ancora toccando i 'grandi' interessi (banche, assicurazioni, telecomunicazioni). Da quanto sta accadendo in questi giorni, sembrerebbe che nel nostro paese ogni associazione di categoria sia pronta a combattere agguerritamente non appena venga avvertita una qualsiasi minima minaccia nei confronti degli interessi acquisiti. Minaccia costituita dalle azioni 'repressive' del governo ovviamente. Ma in una società democratica e liberale ciascun individuo fa parte di una categoria. Ciascuno di noi è membro di un gruppo (panettieri, farmacisti, insegnanti, idraulici, avvocati, medici e via dicendo). E' possibile migliorare un paese quando nessuno di noi è disposto a retrocedere di neanche un millimetro dalla propria posizione? Cosa accadrà quando il governo prenderà in esame interessi ben più cospicui come quelli rappresentati da banche, assicurazioni e gestori telefonici? Ma soprattutto, ci riuscirà a...'esaminarli'?