giovedì, gennaio 18, 2007

Parli di Marijuana? Ti sequestro il sito!


Leggendo questa notizia su Punto Informatico, non credo ai miei occhi. E' stato sequestrato dalla Polizia Postale un sito web dove venivano fornite informazioni su sostanze allucinogene in circolazione sul mercato illegale e sui loro effetti. Inoltre il sito forniva indicazioni sulla loro coltivazione, preparazione e modalità d'uso. Tutto questo stando a quanto scritto da Punto Informatico. Occorre fidarsi, in quanto il sito in questione (www.psicoattivo.it) è sotto sequestro e non è possibile verificarne il contenuto. Al posto del sito si trova una pagina della Polizia Postale. Stando sempre a quanto dichiarato da Punto Informatico, non si tratta di un caso isolato, in quanto già nel 2005 furono censurati alcuni siti ed il webmaster arrestato. I siti in questione sono www.marjuana.it e www.semini.it. Ora, il cervello è una massa di materia grigiastra che ha come scopo principale la produzione di pensiero. Cioè serve per riflettere. Essendo un essere vivente dotato di cervello, non riesco ad esimermi dal praticare questa 'bizzarra' pratica. I pensieri che fluttuano all'interno della mia scatola cranica sono i seguenti: i siti web di cui sopra, non sono stati sequestrati perché diffondevano informazioni, perché in Italia (stato di diritto, democratico e liberale), la diffusione di informazioni non è reato (anzi, è tutelata dall'articolo 21 della Costituzione). Stando a quanto recita la Costituzione la stampa (e quindi anche i siti web) non può essere soggetta a censura o sequestri. Tranne nei casi di violazione delle norme della legge sulla stampa. I siti web di cui sopra non sono stati sequestrati perché vendevano semi di cannabis, in quanto tale pratica in Italia è del tutto legale. In Italia infatti, è vietata la coltivazione della cannabis (da 6 a 20 anni di reclusione; la legge 49/2006, cosiddetta Fini-Giovanardi non non chiarisce la differenza tra coltivazione per uso personale e coltivazione per vendita e spaccio) ma non il possesso dei semi, che possono essere usati per altri fini (ad esempio per collezionismo). Quindi ricapitolando: i siti web di cui sopra fornivano informazioni su sostanze allucinogene e stupefacenti (ed è legale), vendevano semi di cannabis (ed è legale in quanto i semi in sé non sono considerati sostanza stupefacente dalla legge italiana). Dov'è allora l'inghippo? Bene, l'insieme di tutti questi fatti, viene considerata istigazione alla coltivazione (che è illegale). Ma questa argomentazione a dire il vero sembra pretestuosa. Se ciò fosse vero, allora dovremmo sequestrare e censurare migliaia di siti web. In Rete infatti, è possibile trovare qualsiasi tipo di informazione. E sottolineo la parola qualsiasi. Questo fatto, la politica italiana sembra ignorarlo. Ma perché invece di preoccuparci dei siti web che diffondono informazioni, non ci preoccupiamo di quei siti web che non le diffondono? Il portale Italia.it è un sito web annunciato da anni, costato ben 45 milioni di euro ai contribuenti italiani ed ecco cosa ci offre: Italia.it. Sono anni che periodicamente digito l'indirizzo di quel sito per vedere se finalmente sono riusciti a scriverci qualcosa! Anni. Il sito Italia.it si trova in quella situazione dal 3 giugno del 2004. Ancora mi ricordo quando lessi la notizia quasi 3 anni fa...pensai...45 milioni di euro per un portale? E pensare che io stavo creando qualcosa di simile per molto meno...un portale sul turismo a livello mondiale, dedicandomici durante il tempo libero. Ancora ricordo l'inserimento degli indirizzi dei siti web di tutti i comuni italiani...più di 8.000 comuni, tutti inseriti a mano, in circa un mese di lavoro (nel tempo libero). Due sole persone per inserire tutti quei dati. In un mese. Con Italia.it qualche azienda si è intascata 45 milioni di euro e non ha fatto nulla! Ma perché non hanno chiamato a me dico io: gli facevo lo stesso lavoro ad un millesimo di quel prezzo! Leggendo questo post vedo che qualcuno è arrivato alle mie stesse conclusioni. Il dominio Italia.it è intestato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Bene! Ma questa storia meriterebbe un post a parte. Tornando al discorso sequestro e censura, mi torna in mente il libro "Spaghetti hacker" di Stefano Chiccarelli e Andrea Monti. Nel libro viene raccontata la storia dell'hacking in Italia. Cosa mi fa associare questo post a quel libro? La parola 'sequestro'. E' un libro interessante che consiglio a tutti di leggere. Ma non solo. Mi tornano in mente i siti stranieri di scommesse online (censurati dall'AAMS). Mi torna in mente l'ultimo decreto Gentiloni (che legalizza la censura con il pretesto della pedopornografia). Insomma, l'Italia sembrerebbe un paese dalla censura facile. E questa è la cosa che meno sopporto. Non dico cosa penso in fatto di cannabis, perché altrimenti la Polizia Postale oscura questo blog (non può sequestrare i server di Googe infatti) e come minimo mi arresta per istigazione al consumo di canne. Non dico neanche quanti danni ormai accertati dalla comunità scientifica mondiale possa arrecare il tabacco. Dico solo che quando diedi l'esame di fisiologia ed igiene del lavoro industriale, circa 20 anni fa, lessi una paginetta che illustrava tali danni e rimasi senza parole (chissà che ne pensa Veronesi). Dico solo che lo Stato Italiano incassa circa il 75% del costo di un pacchetto di sigarette (tra IVA, accise e dazio) e - nonostante questo palese conflitto di interessi - ostenta la sua ipocrisia in un modo che a parer mio offende l'intelligenza degli italiani. Accidenti, non riesco a smettere di divagare, ma queste faccende mi indignano. Come recita la celebre frase di Stewart Brand: "information wants to be free", l'informazione deve essere libera e protetta da censure. Tutto ciò che è censura non fa parte di un paese realmente libero a mio avviso. Il termine stesso 'censura' mi incute timore. Ecco perché dobbiamo combatterla in modo forte, chiaro e deciso.